Si è spento a Bologna Ezio Bosso, compositore, pianista e direttore d’orchestra di fama internazionale. 48 anni, conviveva dal 2011 con una malattia neurodegenerativa.
Se n’è andato nella notte tra il 14 e il 15 maggio a Bologna, a causa dell'aggravarsi della malattia di cui era affetto, il Maestro Ezio Bosso, uno dei compositori e musicisti più influenti della sua generazione, pianista e direttore d’orchestra di fama internazionale: la sua perdita lascia un profondo e incolmabile vuoto.
Artista sensibile, generoso e appassionato, uomo gentile e ironico, aveva un entusiasmo contagioso e sapeva trasmettere la passione per la musica e per la vita, ha saputo vivere assaporando ogni attimo, ogni emozione senza mai piangersi addosso.
"Non so se sono felice ma so che tengo stretti i momenti di felicità, li vivo fino in fondo, fino alle lacrime, così come accettare i momenti di buio, sono una persona normale (…). La mia filosofia è legarmi di più ai momenti felici perché quelli, poi, ti serviranno da maniglia per tirarti su, quando sei nel letto e non riesci ad alzarti".
Bosso conviveva ormai dal 2011 con una grave malattia neurodegenerativa che gli fu diagnosticata subito dopo essersi sottoposto a un delicato intervento per un tumore al cervello. Nonostante la malattia non si è mai fermato, con disciplina e passione ha continuato a suonare, comporre e dirigere, ha continuato ad avvicinare il pubblico alla musica classica.
Nell’ultimo periodo però il peggioramento della malattia aveva costretto l’artista torinese ad interrompere l'attività di pianista, dando sempre più spazio alla bacchetta, riuscendo a salire sul podio di orchestre prestigiose. Bosso amava dire: "La bacchetta è il mio potere forte. La maschera che nasconde il dolore. Quando la poggio, tutto mi piace un po’ meno".
"La musica ci cambia la vita e ci salva"
Classe 1971, Ezio Bosso nasce a Torino; si avvicina piccolissimo, a soli 4 anni, al mondo della musica, complice il fratello musicista e una prozia pianista. Considerato uno dei compositori e direttori d’orchestra di maggior talento del panorama musicale internazionale, ha debuttato in Francia a soli 16 anni, iniziando a girare per diverse orchestre europee. La svolta arriva quando incontra il maestro Ludwig Streicher che lo esorta a studiare Composizione e Direzione d’Orchestra presso l’Accademia di Vienna.
Nei primi anni novanta si è esibito sia come solista che come direttore, o in formazioni da camera nelle più importanti stagioni concertistiche internazionali, ha insegnato in Giappone e a Parigi, partecipando alla vita musicale della scena contemporanea di quegli anni. Ha vissuto dividendosi tra Londra, dove ricopriva il ruolo di direttore stabile e artistico del The London Strings, e Bologna, sua città d’adozione, dove è stato direttore principale ospite del Teatro Comunale.
Era diventato popolarissimo nel 2016 quando fu invitato da Carlo Conti come ospite d'onore al Festival di Sanremo. Sul palco dell'Ariston Bosso eseguì Following a bird, composizione contenuta nell'album "he 12th Room, che dopo quella emozionante esibizione finì subito in classifica.
Bosso aveva la rara capacità di riuscire a parlare a tutti, di emozionare e arrivare dritto al cuore.
"Sul palco sono senza spartito, faccio tutto a memoria. Quando dirigo è come se avessi tutti i suoni scritti, primi e secondi violini, violoncelli, bassi, flauti, oboi, clarinetti, fagotti, corni, trombe, tromboni, percussioni, io li ho davanti, per me è un contatto visivo, dirigere con gli occhi, con i sorrisi, mando anche baci quando qualcuno ha fatto bene".
La malattia: "Il mio disagio è per me occasione di non annoiarmi mai"
Nel 2011 ha subito un intervento al cervello per l'asportazione di una neoplasia ed è stato colpito da una sindrome autoimmune: era affetto da una grave malattia neurodegenerativa, che lui ha definito un incidente (o talvolta un terremoto): "Mi piace chiamarla così. È una storia, la mia. Noi siamo composti da storie, e non ci sono storie belle o brutte. (…) Quello che bisogna evitare sono le storie noiose. Il mio disagio è per me occasione di non annoiarmi mai".
Rialzarsi dopo aver scoperto di esser malato per Ezio Bosso non è stato facile: ad aiutarlo la sua famiglia e i suoi affetti, ma soprattutto, la musica. Le patologie inizialmente non gli impedirono di continuare a suonare, comporre e dirigere, ma lentamente, col passare del tempo gli hanno impedito di fare ciò che più amava: fare musica. Suonare il pianoforte era diventato sempre più difficile per lui.
Lo scorso settembre aveva annunciato al pubblico di aver dovuto dire addio al pianoforte proprio a causa della malattia. "Se mi volete bene, non chiedetemi più di sedermi al pianoforte e di suonare. Non sapete la sofferenza che mi provoca questo, perché non posso: tra i miei acciacchi adesso ho anche due dita fuori uso. Se non posso dare abbastanza al pianoforte, è meglio lasciar perdere".
Nonostante le difficoltà e il dolore con cui conviveva, il Maestro continuava a ripetere: "Sono un uomo fortunato, la musica mi ha salvato".
"L'arte e la bellezza sono contagiose"
Dalla sua casa di Bologna Bosso, pochi giorni fa, aveva confessato la sua «voglia matta» dopo questi giorni di isolamento di abbracciare gli amici.
"Di natura sono timido, riservato, e con il corpo ho un approccio particolare. Non abbraccio chiunque, solo chi amo. Sempre avvolgendo l’altro totalmente. Questa astinenza forzata mi pesa. Sarà interessante ritrovare un rapporto fisico. Magari ci sarà un po’ di imbarazzo, magari un po’ di paura. Ci metteremo a ridere o ci spunteranno le lacrime. Non so come sarà. Ma qualsiasi cosa sia sorrideremo. Felici di essere vivi […] Quando si apriranno le gabbie la prima cosa che farò è mettermi al sole. La seconda sarà abbracciare un albero".
Purtroppo, però, non sarà così. L’artista torinese non ha resistito ai mali che da troppo tempo affliggevano il suo corpo e ci ha lasciato a soli 48 anni: da oggi il mondo sarà un luogo più triste. Anche se, come diceva il Maestro "L'arte e la bellezza sono contagiose: le cose belle non finiscono mai»"
La musica ci insegna la cosa più importante che esista: ascoltare.
La musica è come la vita,
si può fare in un solo modo: insieme.
- Ezio Bosso -